I primi ordini esecutivi di Trump al suo secondo mandato presidenziale
Appena entrato in ufficio, Trump non ha perso tempo ed ha firmato una serie di ordini esecutivi. Andiamo ad analizzarli uno ad uno
Detto fatto.
Donald Trump fresco di giuramento per il suo secondo incarico come Presidente degli Stati Uniti non ha perso tempo ed ha sottoscritto una serie di ordini esecutivi dinanzi ad una folta ed accondiscendente platea mediatica, come tradizione vuole.
Cosa è un executive order?
Un ordine esecutivo è un provvedimento del Presidente degli Stati Uniti diretto a dipartimenti o agenzie del governo federale (executive branch) per indirizzarne le azioni. La peculiarità di questo atto, comunemente usato dai Presidenti susseguitesi nel corso degli anni, è di avere valore di legge senza passare dal Congresso, purchè le azioni che ne sono oggetto rientrino nell’ambito dell’autorità concessa al Presidente, sia dall’articolo II della Costituzione che da una delega di potere conferita al Presidente dal Congresso.
Sebbene l’ordine esecutivo non sia menzionato nella Costituzione degli Stati Uniti e nessuno statuto conferisce al Presidente il potere di emetterlo, è ampiamente accettato che sia un potere intrinseco della presidenza, prerogativa della Casa Bianca a fronte del potere del Congresso nel bilanciamento dei poteri istituzionali.
Gli executive orders debbono comunque passare il vaglio di costituzionalità e non possono essere contrastati dal Congresso se non indirettamente, ovvero promulgando leggi che ne rendano difficile l’applicazione o ne impediscano il finanziamento. Laddove la Corte Suprema riscontrasse la loro inconstituzionalità, non potranno trovare applicazione: questo rende gli ordini esecutivi un eccellente strumento propagandistico ed uno strumento ampiamente utilizzato dal Presidente in concerto col governo federale per guadagnare tempo ed aprire tavoli di trattativa interna per successive negoziazioni.
Importante sottolineare che anche la Giustizia di ciascuno stato può operare bloccando un ordine esecutivo laddove ritenga che violi i principi costituzionali, anche se in caso di appello del presidente l’ultima parola spetta sempre alla Corte Suprema. Giusto per fare un esempio, è questo il caso della Corte d’Appello di San Francisco che nel 2017 confermò la sentenza del giudice di prime cure rigettato la richiesta dell’amministrazione Trump di reintrodurre il bando all’immigrazione da sette Paesi musulmani. Trump all’epoca fece ricorso alla Corte Suprema che accolse solo in parte il suo bando, autorizzandolo in modo più restrittivo.
Tutto questo per spiegare in estrema ratio quello che, contrariamente a quanto si possa credere, in realtà è un potere piuttosto limitato in capo al Presidente USA, sottoposto a controlli giuridici e con ampia possibilità di ostruzionismo da parte del Congresso.
La vignetta di Bill Bramhall evidenzia un’altra peculiarità degli executive order: solo l’intervento di un presidente può revocarli, proprio come ha fatto Joe Biden per alcuni dei provvedimenti più controversi firmati da Donald Trump che a sua volta aveva abrogato alcuni executive order firmati da Barack Obama. All’inizio del suo secondo mandato, Trump ha firmato executive orders che di fatto revocano i precedenti di Biden. Andiamo a vedere quali.
Gli executive orders firmati da Trump il giorno dell’insediamento per il suo secondo mandato
L’elenco di tutti gli executive orders firmati da Trump, non solo ieri ma anche i futuri che sono certa non mancheranno, possono essere trovati a questo link. Tra i tanti provvedimenti sottoscritti ieri ce ne sono alcuni che sono piuttosto comuni all’entrata in carica di una nuova amministrazione (ad esempio le nomine di gabinetto), altri abbastanza folkloristici ed alcuni di interesse particolare.
Executive orders riguardanti le nomine di gabinetto
Trump conferma ogni singola nomina annunciata subito dopo la sua elezione. Ricordo che le sue nomine debbono essere convalidate dal Congresso, al momento l’unica conferma con votazione unanime è stata quella di Marco Rubio come nuovo Segretario di Stato. Le altre sono: Scott Bessent Segretario del Tesoro, Pamela Bondi nuovo procuratore generale, Douglas Burgum nuovo Segretario degli Interni, Lori Chavez-DeRemer Segretario del Lavoro, Douglas Collins nuovo Segretario per gli Affari dei Veterani, Sean Duffy nuovo Segretario dei Trasporti, Peter Hegseth nuovo Segretario della Difesa, Robert F. Kennedy, Jr. Segretario della Salute e dei Servizi Umani, Howard Lutnick Segretario del Commercio, Linda McMahon Segretario dell'Istruzione, Kristi Noem Segretario della Sicurezza Nazionale, Brooke Rollins Segretario dell'Agricoltura, Eric Turner Segretario per l'edilizia abitativa e lo sviluppo urbano, Christopher Wright Segretario dell'Energia, Tulsi Gabbard direttrice dell'intelligence nazionale, Jamieson Greer rappresentante commerciale degli Stati Uniti con il grado di ambasciatore straordinario e plenipotenziario, Kelly Loeffler amministratore della Small Business Administratio, John Ratcliffe direttore della Central Intelligence Agency, Elise Stefanik rappresentante degli Stati Uniti d'America presso le Nazioni Unite, Elise Stefanik rappresentante degli Stati Uniti d'America alle sessioni dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, Russell Vought direttore dell'Ufficio di gestione e bilancio, Lee Zeldin amministratore dell'Environmental Protection Agency.
A questo link potete vedere le nomine del sotto-gabinetto, quelle del gabinetto ad interim ed i presidenti delle varie commissioni.
Executive orders “folkoristici”
Li definisco in questo modo, mi si perdoni, non per volerne sminuire l’importanza ma perchè li ritengo espressione della tradizione americana, esattamente nel senso etimologico del termine.
Includo in questo l’EO sullo sventolare la bandiera americana durante l’insediamento (ordine esecutivo che per un giorno crea una deroga al proclama 10876 del 29 dicembre 2024 che annunciava la morte di Carter), piuttosto che il ripristino della libertà di parola con la fine della censura federale (EO che trovo meramente propagandistico in supporto ad uno dei cavalli di battaglia della campagna di Trump: prova ne è che tuttora esiste su X e non solo una forma di censura per ogni argomento di discussione contrario all’operato di Israele), la promozione dell’architettura civica federale, ed infine il ripristino dei nomi che onoroano la grandezza americana (Golfo del Messico rinominato in Golfo D’America, la ridenominazone del Monte McKinley, per ora Denali).
Un’appunto specifico per la questione Tik Tok. La legge che Trump sta cercando di fermare ha richiesto alla società madre di TikTok, ByteDance, di vendere le attività di TikTok americana entro domenica affinché l'app continui a funzionare negli Stati Uniti. Il Congresso l'ha approvata con un schiacciante sostegno bipartisan per timore che la struttura proprietaria di TikTok (ByteDance è una società cinese) potesse consentire al governo cinese di ottenere informazioni personali degli americani e manipolare le informazioni che gli americani ottengono. L'ordine esecutivo ordina al procuratore generale di non adottare misure per far rispettare il divieto per 75 giorni, per dare alla nuova amministrazione "l'opportunità di determinare il corso d'azione appropriato nei confronti di TikTok".
Executive orders che riguardano procedure amministrative
Tra i vari provvedimenti sottoscritti da Trump ve ne sono molti che sono relativi a modifiche di procedure prettamente amministrative federali: l’avvio di una riforma del processo di assunzione federale in base al merito (il progetto dovrà essere inviato alle agenzie entro 120 giorni e lì si avrà inizio dell’iter riformistico che dovrà essere sottoposto a vaglio congressuale), l’istituzione del DOGE (senza però alcuna indicazione di incarico ad Elon Musk, mentre è specificato il periodo di transizione temporanea che durerà ben 18 mesi), vari EO relativi alla politica di America First per diverse posizioni federali, l’organizzazione del Consiglio di Sicurezza e dei sottocomitati, la responsabilità per i dirigenti senior di carriera, un protocollo per risolvere gli arretrati delle autorizzazioni di sicurezza per il personale dell’ufficio esecutivo del Presidente, il ripristino della responsabilità per le posizioni che influenzano le politiche per la forza lavoro federale, blocco delle assunzioni, ritorno al lavoro in presenza.
Executive orders per il ritiro di 78 EO di Biden - gender e woke culture
Trump ha ordinato l'annullamento di 78 azioni esecutive dell'era Biden, tra cui almeno una dozzina di misure a sostegno dell'equità razziale e della lotta alla discriminazione di gay e transgender.
“Revocherò quasi 80 azioni esecutive distruttive e radicali della precedente amministrazione”, ha detto Trump a una folla a Washington dopo il suo discorso inaugurale. Ha anche detto che porrà fine alla politica che “cerca di ingegnerizzare socialmente la razza e il genere in ogni aspetto della vita pubblica e privata” e spingerà per una società “senza colore e basata sul merito”.
Gli ordini segnano un'inversione di tendenza rispetto alla politica dell'era Biden che dava priorità all'implementazione di misure per la diversità in tutto il governo federale. Trump ha abrogato gli ordini firmati da Biden che promuovevano l'equità razziale per le comunità meno servite e il già citato ordine che combatteva la discriminazione basata sull'identità di genere o sull'orientamento sessuale.
Nello specifico ha emanato un EO per difendere le donne dall’estremismo dell’ideologia di genere e ripristinare la verità biologica
La mia Amministrazione difenderà i diritti delle donne e proteggerà la libertà di coscienza utilizzando un linguaggio e delle politiche chiari e accurati che riconoscano che le donne sono biologicamente donne e gli uomini sono biologicamente uomini.
il tutto inserendo una serie di definizioni che sono contrarie alla cultura woke, ma sono pur sempre definizioni di genere:
Riconoscere che le donne sono biologicamente distinte dagli uomini. Entro 30 giorni dalla data del presente ordine, il Segretario della Salute e dei Servizi Umani fornirà al Governo degli Stati Uniti, ai partner esterni e al pubblico chiare linee guida che approfondiscano le definizioni basate sul sesso stabilite nel presente ordine.
Nell’EO vi è poi una lunga specifica per quanto riguarda le prigioni federali e la distinzione biologica donna-uomo che deve essere rispettata per le incarcerazioni, nonchè il rispetto della privacy degli spazi intimi e l’autorizzazione ad un emendamento della Parte 115.41 del titolo 28 del Codice dei regolamenti federali e delle linee guida interpretative relative all'Americans with Disabilities Act. Questo ultimo punto a mio personale parere esula dall’ambito di potere del Presidente, ma vedremo in seguito cosa accadrà.
Arriviamo dunque agli Executive Orders che ritengo personalmente più pregnanti perchè rappresentano la concretizzazione della politica espressa da Trump nella sua campagna elettorale, oltre che il ritorno ad alcuni provvedimenti che aveva già assunto durante il suo primo mandato ed erano stati revocati da Biden.
Condono per l'attentato al Campidoglio del 6 gennaio scorso
Come ampiamente anticipato durante la sua campagna elettorale, Trump ha firmato un EO che concede un'ampia clemenza a tutte le circa 1.600 persone accusate in relazione all'attacco al Campidoglio del 6 gennaio 2021, con la grazia alla maggior parte degli imputati e commutando le condanne di 14 membri delle milizie Proud Boys e Oath Keepers, molti dei quali sono stati condannati per cospirazione sediziosa. Come parte del suo ordine di grazia, Trump ha anche ordinato al Dipartimento di Giustizia di archiviare "tutte le incriminazioni pendenti" rimaste contro le persone che affrontavano accuse per il 6 gennaio.
America First
Trump ha sviluppato diversi EO sotto questo concetto. Uno riguarda le politiche commerciali:
Nel 2017, la mia amministrazione ha perseguito politiche commerciali ed economiche che hanno messo al primo posto l'economia americana, i lavoratori americani e la nostra sicurezza nazionale. Ciò ha stimolato una rivitalizzazione americana caratterizzata da catene di fornitura stabili, massiccia crescita economica, inflazione storicamente bassa, un aumento sostanziale dei salari reali e della ricchezza media reale delle famiglie e un percorso verso l'eliminazione dei deficit commerciali distruttivi.
La mia amministrazione ha considerato la politica commerciale come una componente fondamentale per la sicurezza nazionale e ha ridotto la dipendenza del nostro Paese da altri Paesi per soddisfare le nostre principali esigenze di sicurezza.
Gli americani traggono vantaggio e meritano una politica commerciale America First . Pertanto, sto stabilendo una politica commerciale robusta e rinvigorita che promuova investimenti e produttività, migliori i vantaggi industriali e tecnologici della nostra nazione, difenda la nostra sicurezza economica e nazionale e, soprattutto , avvantaggi i lavoratori, i produttori, gli agricoltori, gli allevatori, gli imprenditori e le aziende americane .
Fine della cittadinanza per ius soli
Con una mossa controversa, Trump ha firmato un ordine esecutivo per porre fine alla cittadinanza di nascita per i bambini nati negli Stati Uniti da genitori non cittadini. L'ordine afferma che il 14° Emendamento della Costituzione è stato interpretato in modo errato e indica alle agenzie federali di non riconoscere la cittadinanza automatica in questi casi.
I critici sostengono che questa azione viola la Costituzione e richiederebbe un emendamento costituzionale per essere applicata. Gli esperti legali prevedono lunghe battaglie in tribunale e i gruppi per i diritti civili hanno già avviato azioni legali.
Sospensione del reinsediamento dei rifugiati
Il Presidente ha sospeso i programmi di reinsediamento dei rifugiati per almeno quattro mesi, bloccando l'ammissione dei rifugiati negli Stati Uniti. Questa mossa fa parte di uno sforzo più ampio per limitare i percorsi di assistenza umanitaria.
Rimozione dei vertici dell'Immigrazione
Con un'inaspettata scossa al personale, sono stati licenziati alti funzionari dell'Executive Office for Immigration Review (EOIR), che sovrintende ai tribunali per l'immigrazione degli Stati Uniti. Le rimozioni hanno sollevato questioni legali e sottolineato la spinta di Trump a insediare una leadership allineata con il suo programma politico.
Revoca dei programmi umanitari di libertà condizionata
Trump ha anche sospeso un programma che consentiva ai migranti provenienti da Cuba, Haiti, Nicaragua e Venezuela di entrare negli Stati Uniti con la formula della libertà condizionata con sponsor. Questo programma aveva portato nel Paese oltre 800.000 migranti dalla sua attuazione.
Per i migranti, la chiusura dei percorsi di asilo come il CBP One e la riduzione dei programmi umanitari lasciano poche opzioni legali per l'ingresso. La dichiarazione di emergenza nazionale intensifica l'applicazione delle norme di frontiera, mentre la spinta a porre fine alla cittadinanza per diritto di nascita minaccia un diritto costituzionale a lungo considerato fondamentale.
L'impatto immediato sarà probabilmente avvertito in modo più acuto al confine meridionale, dove la cancellazione degli appuntamenti per l'asilo potrebbe portare a un aumento degli attraversamenti non autorizzati. Per gli immigrati privi di documenti che già si trovano negli Stati Uniti, la minaccia di deportazione si fa più incombente con le rinnovate priorità di Trump in materia di applicazione della legge.
Sfruttamento delle risorse dell’Alaska
Un ampio ordine esecutivo firmato dal Presidente Donald Trump mira a stimolare l'industria delle risorse naturali dell'Alaska, invertendo le protezioni ambientali che limitano l'estrazione di petrolio e gas, il disboscamento e altri progetti di sviluppo in tutto lo Stato.
Un altro ordine, in aggiunta, ha invertito le azioni esecutive intraprese dall'ex presidente Joe Biden durante la sua presidenza, eliminando le restrizioni allo sviluppo petrolifero nell'Oceano Artico e nel Mare di Bering.
L'ampio ordine di Trump, intitolato “Unleashing Alaska's Extraordinary Resource Potential” (Liberare lo straordinario potenziale delle risorse dell'Alaska), fa seguito alla richiesta del governatore dell'Alaska Mike Dunleavy di agire rapidamente per riformare gli uffici e le politiche del governo federale che sovrintendono all'industria dello sviluppo delle risorse dell'Alaska. I cambiamenti politici sono stati sostenuti anche dalla delegazione del Congresso dell'Alaska, interamente repubblicana.
L'ordine di Trump mira a rimodellare la politica federale in modo che il Paese “si avvalga pienamente delle vaste terre e risorse dell'Alaska”. L'ordine procede a definire varie disposizioni che mirano a spianare la strada a maggiori trivellazioni per il petrolio e il gas, a maggiori disboscamenti, a maggiori attività minerarie e a una maggiore caccia nelle terre federali.
Uscita dall'accordo di Parigi (di nuovo)
Uno dei più commentati EO è stata la decisione del Presidente Trump di firmare l'uscita degli Stati Uniti dall'Accordo di Parigi sul clima, lo storico accordo internazionale progettato per limitare l'aumento delle temperature globali.
Trump si era ritirato per la prima volta dall'accordo di Parigi nel 2017, prima che l'allora presidente Joe Biden vi rientrasse nel 2021.
Oltre a firmare l'uscita dall'accordo, Trump ha anche firmato una lettera che sarà inviata alle Nazioni Unite per spiegare il ritiro.
Emergenza energetica nazionale - Executive orders sull’abolizione del green deal
Trump ha dichiarato un'emergenza energetica nazionale, ma non incentrata sulla necessità di energia pulita, sancendo de facto per gli Stati Uniti, insieme a tutti gli altri EO sull’argomento, la fine del green deal, esattamente come comunicato nel suo discorso di insediamento.
Con l’EO sui progetti eolici infatti, da sempre combattuti da Trump, il Presidente pone fine sia pur temporanea alle piattaforme continentali esistenti per quanto concerne gli Stati Uniti:
mi ritiro dalla disposizione per la locazione di energia eolica di tutte le aree all'interno della piattaforma continentale offshore (OCS) come definito nella sezione 2 dell'Outer Continental Shelf Lands Act, 43 USC 1331. Questo ritiro entrerà in vigore a partire dal 21 gennaio 2025 e rimarrà in vigore fino alla revoca del presente Memorandum presidenziale.
Nella misura in cui un'area è già stata ritirata dalla concessione in locazione per l'energia eolica, il ritiro dell'area è prorogato per un periodo di tempo a partire dal 21 gennaio 2025, fino alla revoca del presente Memorandum presidenziale.
Questo ritiro impedisce temporaneamente la considerazione di qualsiasi area nell'OCS per qualsiasi nuova o rinnovata locazione di energia eolica ai fini della generazione di elettricità o qualsiasi altro uso derivante dall'uso del vento. Questo ritiro non si applica alla locazione correlata ad altri scopi quali, ma non limitati a, petrolio, gas, minerali e conservazione ambientale.
In aggiunta, Trump con un lunghissimo EO ha espressamente chiuso il capitolo energie rinnovabili ed auto elettriche (e viene da chiedersi che valore applicativo avrà questo EO vista la presenza di Elon Musk nel suo entourage)
eliminare il “mandato sui veicoli elettrici (EV)” e promuovere una vera scelta da parte dei consumatori, essenziale per la crescita economica e l’innovazione, rimuovendo le barriere normative all’accesso ai veicoli a motore; garantendo parità di condizioni normative per la scelta dei consumatori in materia di veicoli; eliminando, ove opportuno, le esenzioni statali sulle emissioni che servono a limitare le vendite di automobili a benzina; e prendendo in considerazione l’eliminazione di sussidi ingiusti e altre distorsioni di mercato mal concepite e imposte dal governo che favoriscono i veicoli elettrici rispetto ad altre tecnologie e di fatto ne impongono l’acquisto a privati, aziende private ed enti governativi, rendendo inaccessibili altri tipi di veicoli
Questo EO include anche una serie di revoche di provvedimenti a firma Biden che al contrario erano in totale supporto del green deal.
Di interesse correlato risulta essere anche l’EO che vuole l’America al primo posto negli accordi ambientali internazionali.
Gli Stati Uniti devono far crescere la propria economia e mantenere posti di lavoro per i propri cittadini, svolgendo al contempo un ruolo di leadership negli sforzi globali per proteggere l'ambiente. Nel corso di decenni, con l'aiuto di politiche sensate che non ostacolano l'attività del settore privato, gli Stati Uniti hanno simultaneamente fatto crescere la propria economia, aumentato i salari dei lavoratori, aumentato la produzione di energia, ridotto l'inquinamento dell'aria e dell'acqua e ridotto le emissioni di gas serra. Il curriculum di successo degli Stati Uniti nel promuovere obiettivi sia economici che ambientali dovrebbe essere un modello per altri paesi.
Negli ultimi anni, gli Stati Uniti hanno dichiarato di aderire ad accordi e iniziative internazionali che non riflettono i valori del nostro Paese o i nostri contributi al perseguimento di obiettivi economici e ambientali. Inoltre, questi accordi indirizzano i dollari dei contribuenti americani verso Paesi che non richiedono, o non meritano, assistenza finanziaria nell'interesse del popolo americano.
Sec. 2. Politica. È politica della mia Amministrazione mettere al primo posto gli interessi degli Stati Uniti e del popolo americano nello sviluppo e nella negoziazione di qualsiasi accordo internazionale con il potenziale di danneggiare o soffocare l'economia americana. Questi accordi non devono gravare indebitamente o ingiustamente sugli Stati Uniti.
Sostegno alle famiglia in difficoltà
Questo Executive Order mette in risalto le difficoltà economiche che le famiglie americane hanno affrontato negli ultimi quattro anni a causa di politiche inflazionistiche che hanno inevitabilmente portato ad un aumento consistente del costo della vita.
Per Trump, la problematica è sempre correlata all’aumento del costo dell’energia ed alla crisi del settore immobiliare. Trump chiede un’agevolazione d’emergenza sui prezzi tramite questo memorandum, in attesa di avere la road map della sua attuazione:
Con la presente ordino ai responsabili di tutti i dipartimenti esecutivi e delle agenzie di fornire un'agevolazione di emergenza sui prezzi, in conformità con la legge applicabile, al popolo americano e di aumentare la prosperità dei lavoratori americani. Ciò includerà l'adozione di misure appropriate per: abbassare il costo degli alloggi ed espandere l'offerta di alloggi; eliminare spese amministrative non necessarie e pratiche di ricerca di rendite che aumentano i costi dell'assistenza sanitaria; eliminare requisiti controproducenti che aumentano i costi degli elettrodomestici; creare opportunità di lavoro per i lavoratori americani, incluso l'inserimento di lavoratori scoraggiati nella forza lavoro; ed eliminare politiche "climatiche" dannose e coercitive che aumentano i costi di cibo e carburante. Entro 30 giorni dalla data di questo memorandum, l'Assistente del Presidente per la politica economica mi riferirà e ogni 30 giorni successivi, sullo stato di attuazione di questo memorandum.
Fine della militarizzazione del Governo Federale
Il popolo americano ha assistito alla precedente amministrazione impegnata in una campagna sistematica contro i suoi percepiti oppositori politici, utilizzando come arma la forza legale di numerose agenzie federali di polizia e dell'intelligence community contro quegli oppositori politici percepiti sotto forma di indagini, procedimenti giudiziari, azioni di esecuzione civile e altre azioni correlate. Queste azioni sembrano più orientate a infliggere dolore politico che a perseguire giustizia effettiva o legittimi obiettivi governativi. Molte di queste attività sembrano essere incoerenti con la Costituzione e/o le leggi degli Stati Uniti, comprese quelle attività dirette ai genitori che protestavano alle riunioni del consiglio scolastico, agli americani che si erano espressi contro le azioni della precedente amministrazione e ad altri americani che stavano semplicemente esercitando diritti protetti dalla costituzione.
La precedente amministrazione e gli alleati in tutto il paese si sono impegnati in un'armamento senza precedenti, da terzo mondo, del potere di accusa per sovvertire il processo democratico. Ha preso di mira gli individui che hanno espresso opposizione alle politiche della precedente amministrazione con numerose indagini federali e revoche di finanziamenti motivate politicamente, che sono costate agli americani l'accesso ai servizi necessari. Il Dipartimento di Giustizia ha persino incarcerato un individuo per aver pubblicato un meme politico. E mentre il Dipartimento di Giustizia ha perseguito spietatamente più di 1.500 individui associati al 6 gennaio, e contemporaneamente ha archiviato quasi tutti i casi contro i rivoltosi del BLM.
Pertanto, il presente ordine stabilisce un processo volto a garantire l'assunzione di responsabilità per l'uso che la precedente amministrazione ha fatto del governo federale come strumento contro il popolo americano.
L'ordine esecutivo del Presidente Trump che denuncia la “weaponization” del Dipartimento di Giustizia incarica il suo procuratore generale di esaminare le agenzie federali preposte all'applicazione della legge, la Securities and Exchange Commission e la Federal Trade Commission per individuare eventuali indicazioni di pregiudizi politici nel lavoro svolto sotto l'amministrazione Biden.
Lo stesso ordine esecutivo incarica il direttore dell'intelligence nazionale di condurre una revisione simile delle agenzie di intelligence. Entrambe le revisioni culmineranno in un rapporto alla Casa Bianca e in raccomandazioni per “azioni correttive”. L'ordine esecutivo non fornisce una tempistica per le revisioni o i rapporti.
L'ordine non chiarisce inoltre quale tipo di revisione sarà condotta: un'indagine etica come quella spesso intrapresa dall'ispettore generale del Dipartimento di Giustizia, o un'indagine penale condotta dai pubblici ministeri. Inoltre, non è chiaro cosa si intenda con l'obiettivo dichiarato di “assicurare la responsabilità per l'armamento del governo federale da parte della precedente amministrazione contro il popolo americano”.
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Arriviamo ora all’Executive Order che più interessa, che ho tenuto per ultimo per dargli la giusta attenzione. Last but not least.
RITIRO DEGLI STATI UNITI DALL’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITA’
Faccio una doverosa premessa.
Nel 2020 Donald Trump, durante i suoi ultimi mesi di carica del primo mandato, si trovò ad affrontare la pandemia covid-19. Non voglio entrare nello specifico di quelle che sono state le sue azioni in merito, ma tutti ricorderanno come il Presidente attaccò moltissimo la Cina attribuendole responsabilità fraudolente sull’origine del virus, da lui sempre chiamato “China virus”.
Già ad aprile 2020 Trump aveva minacciato di tagliare fondi all’OMS, in piena pandemia: durante la conferenza stampa indetta per informare sugli sviluppi dei contagi, Trump aveva dichiarato di aver sospeso i versamenti all’OMS per 60-90 giorni in attesa di una revisione degli avvertimenti dell'OMS sul coronavirus e sulla Cina, accusandlo l'organismo globale di "gestire gravemente male e nascondere" la minaccia.
Nel 2019 l'America ha contribuito con oltre 400 milioni di $ all'OMS, diventando di gran lunga il più grande donatore. Il budget dell'organizzazione per il 2018-2019 era di circa 6 miliardi di $.
"Con lo scoppio della pandemia di Covid-19, abbiamo profonde preoccupazioni sul fatto che la generosità dell'America sia stata utilizzata al meglio possibile. La realtà è che l'OMS non è riuscita a ottenere, controllare e condividere adeguatamente le informazioni in modo tempestivo e trasparente. Se non possiamo fidarci di loro, se questo è ciò che riceveremo dall'OMS, il nostro Paese sarà costretto a trovare altri modi per collaborare con altre nazioni per raggiungere gli obiettivi di salute pubblica. L’OMS ha fallito nel suo “dovere fondamentale e deve essere ritenuta responsabile” - le parole di Trump
La critica principale di Trump all'OMS fu la sua incapacità "incentrata sulla Cina" di indagare su resoconti credibili da fonti a Wuhan sullo scoppio del virus. "Fino a metà gennaio, ha ripetuto a pappagallo e pubblicamente sostenuto l'idea che non ci fosse trasmissione da uomo a uomo, nonostante i resoconti e le chiare prove del contrario. I ritardi sperimentati dall’OMS nel dichiarare un’emergenza sanitaria pubblica hanno fatto perdere tempo prezioso, un’enorme quantità di tempo”.
In realtà è stato poi dimostrato come l’OMS avesse avvisato l’amministrazione Trump della situazione emergenziale (sic!) già dal 10 gennaio, e come la stessa fosse stata volutamente ignorata da Trump, costretto poi dalla pressante opinione pubblica ad assumersi delle responsabilità.
Le polemiche crebbero specialmente perchè in più occasioni Trump aveva elogiato l’operato di Xi Jinping proprio in relazione alla gestione del famigerato covid-19.
Nonostante tutto, a fine maggio 2020 Trump annuncia pubblicamente di voler ritirare gli Stati Uniti dall’OMS, ed il 6 luglio 2020 indirizza una lettera all’ONU per notificare la sua decisione. In realtà, come poi evidenziato da un comunicato stampa del 3 settembre 2020 del Dipartimento di Stato, si parla espressamente di entrata in vigore del ritiro “il 6 luglio 2021 e, dopo l'annuncio del Presidente, il governo degli Stati Uniti si è impegnato a individuare dei partner che si occupino delle attività precedentemente svolte dall'OMS.”
Ovvero, dopo le presidenziali 2020, con la possibilità di poter essere revocato dal futuro Presidente, chiunque fosse. Cosa che effettivamente Biden fece.
Questo dovrebbe far comprendere meglio quale è l’uso politico degli EO e delle comunicazioni presidenziali ed il fatto che la loro emissione non contempla, come molti paiono credere, effetti nell’immediato, ma richiedono iter spesso anche molto lunghi ed una serie di decreti attuativi da parte dell’amministrazione federale.
Nel 2020 Trump fece una vera e propria campagna personale contro l’OMS, era più che presumibile che appena entrato in carica ieri firmasse un nuovo EO sul punto.
Quale è il testo del nuovo Ordine Esecutivo? Lo riporto letteralmente:
In virtù dell'autorità conferitami in qualità di Presidente dalla Costituzione e dalle leggi degli Stati Uniti d'America, si ordina con la presente:
Sezione 1. Scopo . Gli Stati Uniti hanno notato il loro ritiro dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) nel 2020 a causa della cattiva gestione da parte dell'organizzazione della pandemia di COVID-19 derivante da Wuhan, Cina e altre crisi sanitarie globali, della sua incapacità di adottare riforme urgenti e della sua incapacità di dimostrare indipendenza dall'inappropriata influenza politica degli stati membri dell'OMS. Inoltre, l'OMS continua a chiedere pagamenti ingiustamente onerosi agli Stati Uniti, di gran lunga sproporzionati rispetto ai pagamenti stimati di altri paesi. La Cina, con una popolazione di 1,4 miliardi, ha il 300 percento della popolazione degli Stati Uniti, ma contribuisce quasi al 90 percento in meno all'OMS.
Sec. 2. Azioni . ( a) Gli Stati Uniti intendono ritirarsi dall'OMS. La lettera presidenziale al Segretario generale delle Nazioni Unite firmata il 20 gennaio 2021, che ha ritirato la notifica di ritiro degli Stati Uniti del 6 luglio 2020, è revocata.
(b) L'Ordine esecutivo 13987 del 25 gennaio 2021 (Organizzazione e mobilitazione del governo degli Stati Uniti per fornire una risposta unificata ed efficace alla lotta contro il COVID-19 e per fornire la leadership degli Stati Uniti in materia di salute e sicurezza globali) è revocato.
(c) L'Assistente del Presidente per gli Affari di Sicurezza Nazionale istituirà direzioni e meccanismi di coordinamento all'interno dell'apparato del Consiglio di Sicurezza Nazionale, come riterrà necessario e appropriato per salvaguardare la salute pubblica e rafforzare la biosicurezza.
(d) Il Segretario di Stato e il Direttore dell'Ufficio di gestione e bilancio adottano misure appropriate, con la massima rapidità possibile, per:
(i) sospendere il futuro trasferimento di fondi, supporto o risorse del governo degli Stati Uniti all'OMS;
(ii) richiamare e riassegnare il personale o i contraenti del governo degli Stati Uniti che lavorano in qualsiasi veste con l’OMS; e
(iii) identificare partner statunitensi e internazionali credibili e trasparenti che svolgano le attività necessarie precedentemente intraprese dall’OMS.
(e) Il Direttore dell'Ufficio per la politica di preparazione e risposta alle pandemie della Casa Bianca esaminerà, annullerà e sostituirà la Strategia per la sicurezza sanitaria globale degli Stati Uniti del 2024 il prima possibile.
Sec. 3. Notifica. Il Segretario di Stato informerà immediatamente il Segretario generale delle Nazioni Unite, qualsiasi altro depositario applicabile e la dirigenza dell'OMS del ritiro.
Sec. 4. Negoziati del sistema globale. Mentre il ritiro è in corso, il Segretario di Stato cesserà i negoziati sull'Accordo pandemico dell'OMS e sugli emendamenti al Regolamento sanitario internazionale, e le azioni intraprese per rendere effettivo tale accordo e tali emendamenti non avranno alcun valore vincolante per gli Stati Uniti.
Art. 5. Disposizioni generali . (a) Nulla di quanto disposto nel presente ordine deve essere interpretato in modo da compromettere o altrimenti influenzare:
(i) l'autorità concessa dalla legge a un dipartimento esecutivo o a un'agenzia, o al suo capo; o
(ii ) le funzioni del Direttore dell'Ufficio di gestione e bilancio relative alle proposte di bilancio, amministrative o legislative.
(b) Il presente ordine sarà attuato in conformità alla legge applicabile e subordinatamente alla disponibilità degli stanziamenti.
(c) Il presente ordine non intende creare, e non crea, alcun diritto o beneficio, sostanziale o procedurale, esigibile per legge o in equità da alcuna parte nei confronti degli Stati Uniti, dei suoi dipartimenti, agenzie o entità, dei suoi funzionari, dipendenti o agenti, o di qualsiasi altra persona.
Si evidenzia immediatamente che con questo provvedimento nell’immediato Trump ha solo revocato la lettera presidenziale di Biden del 2021 indirizzata al Segretario Generale dell’ONU e l’EO di Biden del 2021 sul covid-19.
Richiamando peraltro esattamente i punti già espressi nel 2020 riguardo ai contributi della Cina ed all’efficacia dell’OMS, si anticipa una missiva del Segretario di Stato che comunicherà al Segretario Generale dell’ONU la decisione di ritirarsi dall’OMS. Decisione, pare di capire, non vincolante e soprattutto non sono presenti tempistiche precise (si parla esclusivamente di un generico “prima possibile” e “con la massima rapidità possibile”, che, mi concederete, significa tutto e niente).
Ci sono poi dei passaggi imprescindibili, ovvero la redazione di un nuovo piano per la sicurezza della salute pubblica e globale, i protocolli di emergenza, le analisi di bilancio necessarie per fermare i fondi - e potrebbe anche essere che quelli a bilancio siano già vincolati e quindi non ritirabili -, il tutto senza creare disagi o ritardi all’apparato federale.
Durante la procedura di ritiro, si cesseranno i negoziati, peraltro ancora in alto mare, sull’Accordo Pandemico dell’OMS.
E quando inizierebbe la procedura di ritiro? Non è dato sapere.
Se nel caso del 2020 il Segretario di Stato rispose che il tutto avrebbe avuto inizio un anno e mezzo dopo la lettera di annuncio della volontà di rescindere, possiamo escludere che questa volta non accada lo stesso? Possiamo escludere che questa “intenzione” espressa poi non si trasformi in atto concreto, magari laddove gli USA ottengano maggiori contributi da altri stati membri?
No, allo stato dei fatti non possiamo essere certi di nulla. L’amministrazione Trump potrebbe essere strabiliante e concludere la procedura di ritiro entro il 2025, oppure tergiversare continuando a rilanciare propaganda tirando a campare per anni.
Lascio a voi ogni ulteriore considerazione, in attesa delle comunicazioni ufficiali che arriveranno dal soggetto preposto, ovvero il Segretario di Stato.
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Si prevede che molti degli ordini di Trump dovranno affrontare ostacoli legali significativi. Gli sforzi per porre fine alla cittadinanza naturale, ad esempio, contraddicono le interpretazioni costituzionali consolidate e probabilmente saranno bloccati in tribunale. Allo stesso modo, i gruppi di difesa hanno già intentato cause per contestare l'interruzione del CBP One e altri cambiamenti politici.
Vedremo cosa succederà nel proseguo di questo mandato presidenziale che si prospetta decisamente scoppiettante e su alcuni punti in netta rottura con il precedente, sempre che le parole spese in premessa si trasformino in fatti. Sarà fondamentale capire quale sarà la politica estera di Trump su argomenti particolarmente caldi come il Medio Oriente, ma è ancora troppo presto per fare qualsiasi previsione concreta. Godetevi il momento euforico, prosit.
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