La Corte Suprema: Biden deve ripristinare la politica di Trump
La Corte Suprema martedì ha sferrato un attacco decisivo alla politica di confine di Joe Biden.
Lo scorso 13 agosto, il giudice federale Matthew J. Kacsmaryk , nominato dall'ex presidente Trump e con sede ad Amarillo, in Texas, aveva ordinato all'Amministrazione Biden di ripristinare la politica di Donald Trump chiamata "Remain in Mexico".
L'amministrazione Biden aveva chiesto alla Corte Suprema di sospendere la suddetta ordinanza secondo cui la politica di “rimanere in Messico” nota come Protocolli di protezione dei migranti (MPP) doveva essere immediatamente reintegrata.
La scelta di Trump fu una delle più coraggiose e sicuramente sagge per bloccare l'afflusso continuo di immigrati irregolari dal confine meridionale statunitense.
Trump impose che i richiedenti asilo dovessero restare in Messico: fino al controllo approfondito dei loro documenti e alla fissazione delle udienze, non potevano entrare negli Stati Uniti.
Più di 70.000 migranti, principalmente da Cuba e dall'America centrale, sono stati inseriti nel programma sin dal suo inizio in California. La politica si è estesa al Texas all'inizio del 2019 e ha collocato più di 20.000 richiedenti asilo a Ciudad Juárez. Circa 25.000 sono rimasti nel programma.
La pratica inizialmente si rivolgeva ai centroamericani, ma si è estesa ad altre nazionalità, esclusi i messicani, che sono esenti.
Il sistema noto come Protocolli di protezione dei migranti ha contribuito a cambiare le relazioni di Washington con il Messico e ha reso il vicino un alleato chiave negli sforzi del presidente Donald Trump per respingere un'ondata di richiedenti asilo.
Con l'arrivo di Joe Biden, il neo presidente appena insediato ha emesso un ordine esecutivo che azzerava la politica di Trump e riapriva i confini, tornando al tanto criticato "Catch and Release".
In questo modo, una persona si presenta al confine, dichiara di chiedere asilo, lascia le sue generalità e immediatamente entra negli Stati Uniti.
La scelta di Biden ha aperto la strada alla più grande crisi umanitaria che si sia mai vista nel confine meridionale degli Stati Uniti. Centinaia di migliaia di persone sono arrivate al muro costruito da Trump, ormai in disuso, e sono entrate sostanzialmente senza controllo oltre il confine.
Mentre Trump era stato accusato di voler bloccare gli aiuti umanitari in modo autoritario, abbiamo visto la realtà delle conseguenze della politica di rilascio immediato. Decine di video hanno documentato la situazione disumana nella quale versavano gli immigrati trattenuti delle gabbie di Obama, ripristinate da Biden; decine di migliaia di persone sono entrate negli Stati Uniti senza alcun tipo di controllo.
A fronte di questo, si è subito mosso lo stato del Texas, che ha fatto ricorso per tornare all'applicazione della politica trumpiana di confine.
Il ricorso, accolto in primo grado, veniva appellato dall'Amministrazione Biden presso la Corte Suprema del Texas.
Martedì la Corte ha espresso il suo parere, con una sentenza che è destinata a creare un affondo pesantissimo contro le politiche di Biden.
La Corte Suprema infatti ha affermato che l'Amministrazione Biden deve conformarsi alla sentenza di una corte di grado inferiore per ripristinare la politica del presidente Donald Trump che richiedeva a molti richiedenti asilo di attendere fuori dagli Stati Uniti la decisione sui loro casi.
Secondo la Corte Suprema che si è espressa con una breve ordinanza non firmata, l'amministrazione Biden "non è riuscita a dimostrare una probabilità di successo sull'affermazione che il memorandum che rescindeva i protocolli di protezione dei migranti non fosse arbitrario e capriccioso".
Il procuratore generale del Texas Ken Paxton ha celebrato la sentenza della Corte Suprema. Paxton ha twittato che la politica "deve essere implementata ora!"
PAXTON WINS AGAIN - REINSTATED Trump's Remain in Mexico Policy! The US Supreme Court ruled for TX - again. SCOTUS said Remain in Mexico policy must be implemented now! #MPP #Immigration #Trump #BidenBorderCrisis pic.twitter.com/G3lCEJqZxS
— Attorney General Ken Paxton (@KenPaxtonTX) August 25, 2021
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Brian H. Fletcher era stato esplicito a riguardo nel suo breve alla corte.
"Negli ultimi anni, questa Corte ha ripetutamente sospeso le ingiunzioni dei tribunali inferiori contro le politiche del ramo esecutivo che affrontano questioni di immigrazione, politica estera e gestione della migrazione", ha scritto Fletcher. "Dovrebbe fare lo stesso qui."
Ma in breve tempo, la Corte ha fatto riferimento a una decisione del 2020 con la quale ha impedito all'amministrazione Trump di smantellare il programma dell'era Obama - Deferred Action for Childhood Arrivals - che proteggeva gli immigrati portati illegalmente nel paese come bambini.
L'amministrazione Biden ha presentato una richiesta di emergenza affinchè i giudici della Corte Suprema agiscano, affermando che Kacsmaryk "ha frainteso fondamentalmente" la legge federale sull'immigrazione e si è intromesso impropriamente nelle decisioni sull'immigrazione e sulla politica estera lasciate al ramo esecutivo.
"La MPP è stata revocata per 2,5 mesi, sospesa per 8 mesi e in gran parte dormiente per quasi 16 mesi", ha scritto Fletcher.
"Il mandato della corte distrettuale di reimporre bruscamente e mantenere quel programma sotto supervisione giudiziaria pregiudicherebbe le relazioni degli Stati Uniti con i partner regionali vitali, interrompendo gravemente le sue operazioni al confine meridionale, e minacciando di creare una crisi diplomatica e umanitaria".
Un collegio della Corte d'Appello degli Stati Uniti per il 5° Circuito si era ampiamente schierato con Kacsmaryk e aveva rifiutato la richiesta del governo di sospendere la sua sentenza mentre si considerava l'appello del governo.
Mentre il contenzioso era in corso, l'allora Segretario del Dipartimento della Sicurezza Nazionale Alejandro Mayorkas ha presentato un memorandum di sette pagine il primo giugno, dettagliando ciò che vedeva come le carenze di MPP e perché il suo dipartimento stava annullando la politica adottata alla fine del 2018.
Il 13 agosto, Kacsmaryk ha annullato la decisione di Mayorkas e ha emesso un'ingiunzione permanente a livello nazionale, con effetto tra sette giorni. Ha richiesto al DHS di "applicare e implementare il MPP in buona fede" fino a quando Mayorkas ha avesse fornito ulteriori spiegazioni per la sua decisione e fino a quando il dipartimento ha "una capacità di detenzione sufficiente per trattenere tutti gli stranieri" che arrivano al confine senza il permesso di entrare.
Kacsmaryk ha detto che la legge dà all'amministrazione solo due opzioni per i migranti in cerca di asilo: "la detenzione obbligatoria o il ritorno in un territorio contiguo".
Alla Corte Suprema, l'amministrazione Biden ha detto che questa era una lettura errata della legge. La legge dà al ramo esecutivo discrezione, hanno sostenuto, e hanno detto che una tale lettura della legge "non è mai stata accettata da nessuna amministrazione presidenziale dalla promulgazione dello statuto nel 1996, anche mentre MPP era operativo".
L'Amministrazione Biden ha difeso il processo decisionale di Mayorkas, ma ha detto che anche se fosse stato insufficiente, la soluzione sarebbe stata quella di richiedere ulteriori ragionamenti, non di reimplementare un programma che richiede delicati negoziati con funzionari messicani e altri.
Ma la Corte Suprema ha confermato la decisione del Giudice Kacsmaryk, e pertanto l'Amministrazione Biden è costretta a riprestinare la tanto odiata politica di Donald Trump.