Propaganda nelle scuole? La UE attiva il livello superiore
Da anni i libri di testo contengono argomenti di propaganda, ma nell'era digitale la UE ha lanciato un nuovo "servizio"
Diciamocelo in tutta franchezza. Occorre essere seriamente miopi per non accorgersi della propaganda che imperversa in ambito scolastico, martellando i nostri figli a partire dalla più giovane età. L’indottrinamento imperante ha un solo evidente target: le menti giovani che vengono plasmate a loro insaputa, lanciando messaggi rigorosamente “politically correct” inducendo a ritenersi semplice normalità quotidiana.
In effetti, questo tipo di meccanismo è presente nel settore scolastico da sempre, fin dalla Prima Guerra Mondiale, ma solo con l’implementata e generalizzata opera di scolarizzazione degli anni fascisti, parlando per l’Italia, si è immediatamente registrata un’accelerazione e la propaganda ha fatto il suo ingresso massiccio in ambiente educativo.
Non so in quanti ad esempio si ricordino “Il Manifesto Scolastico Settimanale”, pubblicazione degli anni ‘30 che si proponeva come “sussidio didattico di attualità per l’insegnamento”, mentre nella realtà era un chiaro strumento governativo propagandistico.
Quello che in realtà è cambiato nei tempi moderni non è la presenza della propaganda utilizzata spesso in modo subliminale a danno dei nostri figli, quanto la maggiore consapevolezza degli adulti più ravveduti del suo utilizzo.
Negli ultimi anni si sono aperti grandi dibattiti polemici unitamente alla diffusione dei social che hanno messo sempre più in evidenza come i contenuti dei libri di testo, fin dalle scuole di primo grado, contengano argomenti che spingono la narrazione globalista, con il sempre maggior utilizzo di simbologia che la rende sì riconoscibile, ma al contempo consuetudine accettata.
Ed ecco allora che le case editrici si sono immediatamente allineate, forti del fatto che tutt’ora esista un loro monopolio indiscusso, peraltro in netto contrasto con un’apertura alla libertà e gratuità di fonti informative ben reperibili tramite pubblicazioni online. Se da una parte si spinge per la digitalizzazione in ogni aspetto della nostra vita, dall’altra continua ad essere persistente il ricorso a testi pubblicati dai soliti noti che godono della benedizione dell’altro che li erge a fonti inoppugnabili, spesso e volentieri perchè corroborate da “argomenti scientifici e didattici” a senso unico.
Insieme alla cancel culture che macina epurazioni degne del più improbo MinCulPop, supportata persino da una commissione di controllo presso il Ministero dell’Istruzione incaricata di supervisionare con attenzione i libri di testo e assicurarsi che non ci sia nulla di “scorretto”, siamo arrivati al punto che per i nostri figli il simbolo dell’Agenda 2030 è ormai talmente normale da rifiutare in automatico qualsiasi testo, quaderno, video e quant’altro che non lo esponga in primo piano.
L’operazione prevalente è quella di incarnare nel profondo delle coscienze delle future generazioni la “visione” costruita a tavolino dalle lobby sovranazionali.
Per coloro che ancora non hanno ben chiaro quelli che sono i concetti dell’Agenda 2030, consiglio di riascoltare l’episodio del podcast con Mr. Poffo durante il quale li abbiamo ampiamente spiegati uno ad uno:
Ebbene, cosa c’è di meglio e più diretto dello sfruttare la digitalizzazione anche in ambito scolastico per gestire de facto l’insegnamento?
Ci ha pensato l’Unione Europea, presumibilmente sia per cercare di mettersi al riparo dallo scetticismo verso le sue istituzioni e le sue finalità - difficile persistere nella narrativa del “creata per garantire la pace” quando la UE si è macchiata della titolarità di una vera e propria guerra economica e anti-sovranista, e soprattutto mentre è uno dei massimi sostenitori del conflitto in Ucraina - che per non perdere la “buona abitudine” di sfruttare il più grande bacino di propaganda disponibile.
E’ stato quindi lanciato il servizio “learning corner”:
Imparare giocando!
Se sei un alunno della scuola primaria o secondaria, in questo sito potrai trovare giochiIT•••, concorsi e libri interattivi per scoprire l'UE in modo divertente, sia in classe che a casa. Ci sono anche tante informazioni su come studiare o svolgere attività di volontariato all'estero.
Insegnare e connettersi
Se sei un insegnante e desideri aiutare i tuoi studenti a conoscere l'UE e a imparare come funziona, in questo sito potrai trovare materiali didatticiIT••• per tutte le fasce d'età. Oltre a spunti per le lezioni, potrai scoprire opportunità per creare reti con altre scuole e insegnanti di tutta Europa.
In tutte le lingue dell'UE
Il Learning corner è disponibile in tutte le 24 lingue ufficiali dell'UE. Seleziona la lingua che desideri in cima alla pagina.
Beh, che dire, hanno pensato a tutto… i “materiali didattici” sono presenti in tutte le lingue della UE, ed è notevole dal momento che tale cura non è dedicata ad altri documenti ufficiali di importanza rilevante. Hanno organizzato tutto diviso per fasce d’età, dai più piccoli a salire, verso l’infinito e oltre:
Gli argomenti trattati, ça va sans dire, sono quelli che riempiono l’Agenda 2030, accostati al messaggio di quanto è buona la UE:
In primo piano, immancabile, la solidarietà all’Ucraina:
Quiz, giochi, ricchi premi e cotillon degni della più aulica memoria fantozziana, il tutto esposto senza bisogno di citare tesi avvalorate, poichè va da sè che essendo proposto come materiale didattico viene automaticamente avvalorato.
L’aspetto più inquietante però è la reale ingerenza nei programmi scolastici, fatta da un ente sovrannazionale, guidata da soggetti non eletti che rispondono a logiche finanziarie e globaliste private.
E’ infatti prevista la creazione di una rete tra insegnanti nonchè l’utilizzo di questa piattaforma per un e-learning da utilizzare direttamente nelle aule (le insegnanti meno accorte ne saranno particolarmente felici, si trovano tutto fatto senza la necessità di studiare ed aggiornarsi per preparare lezioni), il tutto in salsa europeista ed inclusiva.
Ho una domanda per il Ministro dell’Istruzione: questi materiali saranno tranquillamente utilizzati senza alcun controllo, perchè basta che siano sponsorizzati dalla UE per renderli affidabili ed educativi?
Lascio a voi la navigazione in questo portale, vi posso dire quale è stato il mio punto di partenza. Ho aperto la sezione “materiali didattici per la scuola primaria”, il primo a disposizione è dedicato all’identità di genere:
Kit di strumenti educativi volti a contrastare gli stereotipi di genere nella scuola primaria
Questo kit di strumenti è stato pensato per insegnanti della scuola primaria e alunni e alunne di prima elementare (6-7 anni). Mira a sostenere il corpo docente nell’organizzazione di dibattiti in classe per affrontare efficacemente gli stereotipi di genere, prendendo como esempio il settore dei trasporti.
E da lì si prosegue, tappa per tappa, per far assimilare ai nostri figli ogni singolo aspetto dell’Agenda 2030.
Mi rivolgo ai genitori. Avere un figlio non significa solo metterlo al mondo e delegare ad altri la sua educazione e crescita, abbiamo una ENORME responsabilità. Pensateci, oggi più che mai è il momento di RIASSUMERLA senza indugio e PROTEGGERE i nostri figli.
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