Trump ha ufficialmente attaccato l'Iran, di nuovo.
Nella notte Trump ha attaccato l'Iran. E' ora di smettere di credere alla propaganda pacifista che lo circonda?
Durante questo periodo ho osservato stancamente le profuse utopie rilanciate dai trumpiani nostrani obnubilati dalla prospettiva dell’età dell’oro promessa dal tycoon.
Nei primi cento giorni del suo secondo mandato, Trump si è dilettato nell’esercizio del suo modus operandi preferito: diffondere proclami sempre prontamente smentiti dalle parti in causa - vedi millantati accordi con Putin, Xi, Modi, Zelensky ndr - confutarli egli stesso un attimo dopo, minacciare il mondo intero di ripercussioni gravissime a qualunque livello per chiunque osi non prostrarsi al suo volere, salvo poi sostenere, complice un sistema mediatico compiacente, di essere il presidente più pacifista che si sia mai visto.
E’ solo il caso di ricordare quante volte durante la sua mirabolante campagna elettorale Trump abbia ripetuto che “se fosse stato lui presidente il conflitto in Ucraina non sarebbe mai scoppiato” e che, una volta nuovamente in carica, avrebbe concluso il conflitto in 24 ore. Peccato che la situazione in Ucraina sia ben lungi dall’essere risolta a distanza di quasi sei mesi dall’ingresso di Trump alla Casa Bianca, e che addirittura il tycoon abbia fatto patetica retromarcia sulle parole che ha ripetuto negli ultimi due anni. Ed i media, zitti.
O ancora, si è mai pensato alla portata speculativa dei post di Trump che annunciavano applicazione immediata di dazi, salvo poi sospenderne l’esecutività il giorno seguente? Eppure è stato lo stesso Trump a pregiarsi dinanzi alle telecamere di aver consentito ad un suo amico un guadagno di miliardi grazie a queste manovre mediatiche. Chiunque con un minimo di raziocinio si sarebbe reso conto della imponente operazione di inside trading messa in piedi dal presidente, un precedente gravissimo peraltro ripetuto più volte in breve tempo, ma anche in questo caso il sistema mediatico si è concentrato solo sulla minaccia trumpiana dei dazi e non sull’effetto lucrativo di questi annunci a scapito degli ignari consumatori. Dazi che, per la cronaca, nonostante le telecamere puntate su Trump mentre firma propagandistici executive orders, sono ancora “sospesi”.
Potrei continuare parlando delle minacce alla Danimarca, all’Ucraina, ai palestinesi se Hamas (braccio armato creato da Israele) non avesse rilasciato tutti gli ostaggi del 7 ottobre, a Panama, a Putin… è sufficiente fare una ricerca con le parole chiave “Trump threats” per vedere un lunghissimo elenco degli spauracchi utilizzati dal presidente.
Trump non ha mai avviato una guerra, no? Ad onor di cronaca, Trump non ne ha mai conclusa una, ed al momento è saldamente in carica come presidente che ha effettuato più attacchi con droni di chiunque, ma fingiamo di non saperlo. Ricordo che Trump ha lanciato 238 attacchi con droni nel 2017 e nel 2018. Durante i primi due anni di mandato di Obama, nel 2009 e nel 2010, la sua amministrazione ha lanciato 186 attacchi. Per non parlare del volutamente dimenticato attacco missilistico alla Siria, nonostante il disarmo chimico avvenuto nel 2013. Solo una decina di giorni fa, Trump ha firmato tre ordini esecutivi volti ad accelerare la produzione di droni, frantumando de facto la “burocrazia”, come è stata definita, che fino ad ora ne aveva regolamentato la produzione. Mica male per il presidente più pacifista che il mondo abbia mai visto.
Piaccia o meno, Donald Trump è anche strettamente legato alle lobby sionistiche. Nella sua precedente amministrazione, ci sono stati almeno un centinaio di importanti episodi tramite i quali Trump ha fattivamente aiutato il regime israeliano; il presidente si è sempre dimostrato a supporto delle azioni di Israele a Gaza fin dal suo primo mandato. Ad agosto 2019 Trump si è autoproclamato il presidente che più ha aiutato Israele, e da allora non ha mai smesso di sostenere questi sue dichiarazioni.
I congrui finanziamenti ricevuti anche per la campagna elettorale del 2024 si sono trasformati in quello che osservatori indipendenti hanno definito il gabinetto più sionista che l’America abbia mai avuto. La scelta di Marc Rubio ne è la plastica dimostrazione.
A marzo Trump ha bypassato il Congresso americano per inviare quattro miliardi di fondi ad Israele e bloccare gli aiuti a Gaza. Il 1° marzo, il Segretario di Stato Marco Rubio ha firmato una dichiarazione per avvalersi delle autorità di emergenza per accelerare l'invio di armi a Israele per circa 4 miliardi di dollari. Il Segretario Rubio ha invocato tali autorità in sostituzione del tradizionale processo di notifica del Congresso. Come da procedura, il Dipartimento di Stato in genere notifica al Congresso una proposta di vendita di beni militari all'estero, che il Congresso ha il potere di esaminare. Ricorrendo alle autorità di emergenza, Rubio e l'amministrazione Trump hanno aggirato questo processo, rinunciando ai requisiti di revisione del Congresso ai sensi della Sezione 36(b) dell'Arms Export Control Act . Questa è stata la seconda volta che l'amministrazione Trump lo fa, dopo una vendita accelerata a Israele per un valore di oltre 7 miliardi di dollari di munizioni e attrezzature correlate annunciata il 7 febbraio.
Il 13 giugno Israele ha attaccato l’Iran, sempre nascondendosi dietro la motivazione dell’esercizio del proprio “diritto di difesa”. Strano, perchè a memoria non mi sovviene alcun episodio precedente in cui l’Iran avesse aggredito Israele, da cui sarebbe discesa il suo diritto alla difesa. Netanyahu ha giustificato questa aggressione con il timore di un prossimo attacco nucleare da parte dell’Iran.
Forse chi legge non si ricorda quante volte Netanyahu ha utilizzato questa scusa per poter attaccare l’Iran. 1995, 1996, 2006, 2012, 2015, 2018, 2025. Tutte le volte che Netanyahu ha dichiarato che l'Iran era a poche settimane dall'avere la bomba atomica
Del resto, l’obiettivo sionista di costruire il “great Israel” è prossimo ai confini iraniani, pertanto è più che plausibile la loro volontà di piegare l’Iran. Shimon Peres, ex presidente israeliano, nel 2006 fece scalpore per le sue affermazioni sull’Iran: “Il Presidente iraniano farebbe bene a tenere a mente che l'Iran potrebbe anche essere cancellato dalla carta geografica”.
Fino a poco prima dell’ingresso di Trump alla Casa Bianca, le persistenti tensioni tra Israele ed Iran sembravano sotto controllo, ma erano in molti a ritenere che sarebbe stata prossima un’escalation con l’arrivo della nuova presidenza.
Al solito, molto lungimiranti le parole del compianto Giulietto Chiesa sulla questione iraniana e sul perchè era certo che gli Stati Uniti non sarebbero rimasti a guardare, oltre che per un supporto alla politica sionista:
Da giorni Trump lasciava intendere che sarebbe stato probabile un intervento americano in Iran, prendendosi però un margine di tempo fissato in due settimane per verificare la possibilità di un accordo diplomatico. Accordo, per inciso, che non è mai stato sul tavolo per l’Iran che, anzi, aveva accusato gli Stati Uniti di essere già parte in causa attiva del conflitto.
Onestamente, visto i precedenti di Trump in Iran, avallati dall’opinione pubblica che in precedenza era stata alimentata dalla propaganda incessante sul pericolo mondiale che rappresenta quel paese, ritengo che sarebbe stata mera utopia pensare il mancato intervento americano nel conflitto.
Dopo aver ventilato tempi dilatatori di azione, Trump ha scelto questa notte per sferrare l’attacco americano in Iran. Non un giorno qualsiasi, il solstizio d’estate. Se è vero che ogni iniziativa è spesso abbinata al significato esoterico massonico ad essa legata, non si può fingere di non sapere cosa rappresenta questa data.
Secondo il Grande Oriente d’Italia:
Quello che per la scienza è semplicemente il momento in cui il Sole raggiunge, nel suo moto apparente lungo l’ellittica , il punto di declinazione massima o minima, per la massoneria rappresenta una festa fondamentale, la “festa della Luce”, quell’energia primaria che è al centro della simbologia liberomuratoria.
Trump ha deciso di attaccare l’Iran questa notte, annunciando l’operazione tramite un post su Truth, nel quale dichiara di aver distrutto tre siti nucleari iraniani e di aver fatto rientrare tutti i caccia militari coinvolti nell’operazione:
Dopo l’attacco, Trump ha rilasciato un discorso alla nazione:
"Poco tempo fa, l'esercito americano ha effettuato massicci attacchi di precisione contro i tre principali impianti nucleari del regime iraniano: Fordow, Natanz e Isfahan. Tutti hanno sentito quei nomi per anni, mentre costruivano questa orribile impresa distruttiva. Il nostro obiettivo era la distruzione della capacità di arricchimento nucleare dell'Iran e porre fine alla minaccia nucleare rappresentata dallo Stato che sponsorizza per primo il terrorismo. Stasera posso annunciare al mondo che gli attacchi sono stati uno spettacolare successo militare. I principali impianti di arricchimento nucleare dell'Iran sono stati completamente e totalmente distrutti. L'Iran, il bullo del Medio Oriente, deve ora fare la pace. Se non lo farà, gli attacchi futuri saranno molto più gravi e molto più facili. Per 40 anni, l'Iran ha gridato 'morte all'America!' e 'morte a Israele!'. Hanno ucciso la nostra gente, facendo saltare loro braccia e gambe con bombe piazzate ai lati delle strade. Era la loro specialità. Abbiamo perso oltre mille persone e centinaia di migliaia in tutto il Medio Oriente e nel mondo sono morte a causa dell'odio, in particolare tantissime sono state uccise dal generale Qassem Soleimani. Ho deciso molto tempo fa che non avrei permesso che questo accadesse. Non continuerà. Voglio ringraziare e congratularmi con il primo ministro Netanyahu, abbiamo lavorato come una squadra, come forse nessuna squadra ha mai lavorato prima. Abbiamo fatto molta strada nell'eliminare questa minaccia per Israele. Voglio ringraziare l'esercito israeliano per il meraviglioso lavoro svolto e, cosa più importante, voglio congratularmi con i patrioti americani che hanno portato queste macchine magnifiche sui cieli iraniani. Abbiamo bisogno della loro capacità e competenza. E con tutto l'esercito degli Stati Uniti in un'operazione come non se ne vedevano da molti decenni. Questo non può continuare. O ci sarà la pace, o ci sarà una tragedia per l'Iran, molto più grande di quella a cui abbiamo assistito negli ultimi 8 giorni. Se la pace non arriverà presto, colpiremo gli altri obiettivi con rapidità e abilità. Nessun esercito avrebbe potuto fare quello che abbiamo fatto stasera. Voglio dire grazie a Dio, amiamo i nostri grandi militari, vogliamo proteggerli. Dio benedica il Medio Oriente e Dio benedica Israele"
Ovviamente, la risposta di Netanyahu non si è fatta attendere:
“La decisione del presidente Trump cambierà la storia. Il presidente Trump e io diciamo spesso: ‘Pace attraverso la forza’. Prima viene la forza, poi viene la pace. E stasera, il presidente Trump e gli Stati Uniti hanno agito con grande forza”.
Quale sarà la reazione dell’Iran?
A differenza di quanto accadde con l’assassinio di Soleimani, l’Iran in questo momento non si trova dinanzi come unico antagonista gli Stati Uniti. Come prevedibile, la reazione iraniana è stata immediata e gli attacchi verso Israele si sono intensificati proprio nelle ultime ore, andando a colpire zone decisamente strategiche come Dimona, una delle maggiori basi militari israeliane.
Non ho idea se assisteremo o meno ad una nuova escalation, mi limito ad osservare quanto sta accadendo dinanzi ai nostri occhi. Sono ormai quasi due anni che assistiamo inermi al massacro di Gaza, l’arrivo di Trump non ha certo migliorato la situazione, al contrario ha galvanizzato gli israeliani che stanno proseguendo indisturbati nella loro opera di distruzione. Gli stessi israeliani che hanno deliberatamente colpito ospedali e scuole a Gaza, e che oggi si lamentano che l’Iran stia facendo lo stesso contro di loro.
In tutta onestà fatico a comprendere la ricerca della pace attraverso un’azione di guerra. E faccio ancora più fatica a credere alle illazioni che giustificherebbero queste azioni. L’AIEA ha dichiarato che non vi sono prove dell’esistenza della bomba atomica israeliana:
“Mai detto che l'Iran stia costruendo un arma nucleare”. Lo ha detto il capo dell'AIEA, Rafael Grossi, nell'intervista a Christiane Amanpour. Grossi ha aggiunto di non poter escludere attività clandestine che possano essere sfuggite ai controlli dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica, ma ha ribadito che i controlli non hanno evidenziato attività di Teheran dirette ad ottenere bombe atomiche.
Certo è che l’ONU, pochi giorni prima dell’attacco israeliano, ha dichiarato che l’Iran non sta rispettando i suoi obblighi sulla non proliferazione nucleare. Una risoluzione fortemente voluta e sostenuta dagli Stati Uniti. Questo ha offerto a Israele una giustificazione per dare il via all’attacco. Giustificazione paradossale se terniamo conto che Israele non ha mai consentito agli ispettori dell’AIEA di accedere al grande sito nucleare di Dimona, che produce plutonio per uso militare e dove sono state realizzate le forse 200 testate che costituiscono l’arsenale atomico israeliano. Un arsenale atomico che Tel Aviv non ha mai ammesso di possedere e del resto non ha neppure sottoscritto (a differenza dell’Iran) il Trattato di non proliferazione nucleare. Chiudendo il cerchio, l’Iran ha accusato l’AIEA di essere complice di Israele proprio per avergli offerto un pretesto di attacco sebbene non vi siano prove alcune a suo carico.
Uno studio dell’Institute for Science and International Security basato sul Report di fine maggio dell’AIEA evidenzia che “l’Iran potrebbe convertire le sue attuali scorte di uranio arricchito al 60% in 233 chili di Weapons Grade Uranium (uranio per realizzare armi nucleari) in tre settimane presso l’impianto di arricchimento del combustibile di Fordow, sufficienti per 9 armi nucleari, equivalenti a 25 chili di WGU per arma. L’Iran potrebbe produrre la sua prima quantità di 25 kg di WGU a Fordow in soli due o tre giorni.
Attraverso l’impianto di arricchimento del combustibile di Fordow e di Natanz (FEP), i due impianti insieme potrebbero produrre WGU sufficiente per 11 armi nucleari nel primo mese, sufficiente per 15 armi nucleari entro la fine del secondo mese, 19 entro la fine del terzo mese, 21 entro la fine del quarto mese e 22 entro la fine del quinto mese”.
Lo studio evidenzia ancora che l’impiego ad uso civile dell’uranio non giustifica un arricchimento al 60%, vicino alla soglia del 90 per cento impiegabile per realizzare ordigni, e valuta che “ si deve concludere che la vera intenzione dell’Iran è quella di essere pronto a produrre grandi quantità di WGU il più rapidamente possibile, nel minor numero possibile di centrifughe”.
Trump sostiene non solo che l’AIEA sbagli, ma che sbaglino addirittura i suoi servizi segreti. Tulsi Gabbard infatti ha espresso la convinzione di tutti gli analisti dei servizi americani sul fatto che Teheran non sia così vicina alla bomba atomica.
A volerla dire tutta, viene seriamente il dubbio che, se certi del possesso di arma nucleare da parte dell’Iran, Israele abbia comunque scelto di attaccare con il pericolo di una ritorsione persino nucleare. Ed il dubbio aumenta alla luce delle dichiarazioni sempre dell’AIEA post attacco USA, al momento da verificare, che confermerebbero come non si sarebbe registrato un aumento di radiazioni nelle zone bombardate. Se confermate, è decisamente poco plausibile che siano stati colpiti siti nucleari, e la probabilità di trovarsi di fronte ad un nuovo Iraq aumenterebbe.
Vedremo nei prossimi giorni. E vedremo anche se ci sarà la spinta israeliana ed americana al rovesciamento dell’attuale regime iraniano a favore di Reza Ciro Pahlavi II, figlio dell'ultimo Scià iraniano Mohammad Reza Pahlavi, rovesciato nella rivoluzione del 1979, che ha dichiarato di essere pronto a guidare l’Iran durante un’eventuale fase di transizione politica.
Il suo nome, in verità, gira dal 2023, quando nel momento di allora massima tensione tra Iran ed Israele, venne accolto in visita ufficiale con tutti gli onori proprio in Israele.
«Siamo felici di ospitare il principe ereditario iraniano e di ammirare la sua coraggiosa decisione di visitare Israele per la prima volta. Il principe ereditario simboleggia una leadership diversa da quella del regime degli ayatollah e promuove i valori della pace e della tolleranza, a differenza degli estremisti che regnano in Iran» aveva affermato la ministra dell’Intelligence di Israele, Gila Gamliel.
«Siamo felici di essere qui e di lavorare per un futuro prospero e di pace che la gente della nostra regione merita. Dai figli di Ciro, ai figli di Israele, costruiremo questo futuro insieme, in amicizia» aveva scritto su Twitter Pahlavi dopo il suo arrivo all’aeroporto Ben Gurion a Tel Aviv.
Teheran ha appena dichiarato che si difenderanno dall’aggressione USA con tutte le forze. Mi auguro che questa sia una boutade simile a quelle che è solito fare Trump.
E mi auguro infine che si abbia il coraggio di guardare in faccia alla realtà, togliendosi gli occhiali rosa che in molti vorrebbero che indossassimo che ci fanno vedere Trump come un pacificatore. I fatti, ahimè, stanno dicendo tutt’altro.
“Tutte le guerre sono combattute per denaro” (Socrate)
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I tanti qannon avranno una bella doccia fredda ora che hanno visto di che pasta avariata è Trump. È possibile che l'Iran utilizzerà molto presto la sua arma strategica: chiusura dello stretto di Hormuz.