Tutti gli interessi del "benefattore" Soros in Italia
George Soros, speculatore finanziario definito inspiegabilmente filantropo, finanzia partiti, ONG e lobby anche in Italia. Da un'inchiesta di Antonio Rossitto su Panorama.
La stampa e il mondo mediatico in genere ancora si ostinano a definire “filantropo” George Soros. Non serve scomodare la Treccani per comprendere che il termine descrive l’attitudine di una persona che, spinta dall’amore incondizionato verso il prossimo, si adopera per promuovere e raggiungere la felicità ed il benessere degli altri.
George Soros è certamente stato spinto da questi nobilissimi principi quando nel 1992 ha portato a segno lo storico attacco speculativo verso la nostra moneta sovrana, la lira, giusto?
Per i più giovani lettori, ricordo che all’epoca Soros, dopo aver attaccato l’economia inglese vendendo allo scoperto circa 10 miliardi di sterline, approfittando di un momento di instabilità della Banca d’Inghilterra, decise di replicare l’operazione contro il nostro Paese, vendendo allo scoperto la lira. Un’operazione che portò la nostra moneta a perdere in poche ore il 30% del suo valore e ad uscire dallo SME. Quest’ultimo sarebbe stato l’unico fattore positivo, se non fosse che l’allora governo Amato impose una finanziaria di oltre 90.000 miliardi - a pochi mesi da una manovra correttiva che autorizzò il prelievo forzoso dello 0,6% dei depositi in conto corrente per un controvalore immediato di 6.000 miliardi di lire - perchè già allora “fummo costretti” a rientrare nei parametri imposti dalle regole europee.
Certo, l’Italia avrebbe potuto fare come l’Inghilterra, una semplice svalutazione della sterlina, ma stranamente quel settembre nero era stato anticipato da svariati sermoni dell’allora direttore della Banca d’Italia, Carlo Azelio Ciampi, che “si sgolava ogni giorno per ribadire che l’Italia non doveva svalutare e che una valuta forte obbligava l’amministrazione pubblica ad essere più virtuosa mentre l’industria privata avrebbe dovuto orientare gli investimenti verso le produzioni ad alto contenuto tecnologico con elevato valore aggiunto”.
In termini numerici il marco, che ad agosto 1992 quotava 750 lire per 1 marco, arrivò a fine ottobre a ben 1300 lire, per poi stabilizzarsi sui 1.050 dopo alcuni mesi: la lira in 3 mesi perse il 40% circa del suo valore antecedente rispetto al marco tedesco. E da quel momento partì il ricatto del debito pubblico a cui ancora oggi sottostiamo.
Nel 2013 Soros rilasciò dichiarazioni che pacificamente dimostrarono il suo benaltruismo nei confronti dell’Italia:
"L'attacco speculativo contro la lira fu una legittima operazione finanziaria. Mi ero basato sulle dichiarazioni della Bundesbank, che dicevano che la banca tedesca non avrebbe sostenuto la valuta italiana. Bastava saperle leggere. Gli speculatori fanno il loro lavoro, non hanno colpe. Queste semmai competono ai legislatori che permettono che le speculazioni avvengano. Gli speculatori sono solo i messaggeri di cattive notizie".
Eppure, chi osa parlare di Soros come di uno spudorato speculatore viene tacciato di essere un complottista, termine utilizzato ad hoc in modo dispregiativo per indicare chi semplicemente riporta la realtà dei fatti che il sistema tanto si spende per nascondere.
Piaccia o meno, la realtà che è le mani di Soros sul nostro paese e non solo sono sempre pronte ad elargire finanziamenti a pioggia per chi sostiene la sua narrativa. Lui stesso in un’intervista del 2019 al New York Times si vantava di essere in grado a livello mondiale di “piegare l’arco della storia nella giusta direzione” parlando della rete di legami che ha costruito con i media che gli permette di avere una notevole influenza sulle storie che i media trattano, su come le trattano e su quali storie trattare.
Questa settimana il settimanale Panorama ha pubblicato un’inchiesta a firma del giornalista Antonio Rossitto che racconta la fitta trama di influenza che Soros ha costruito in Italia, foraggiando partiti, ONG e lobby, in special modo per controllare argomenti quali droga, migranti, eutanasia e altri temi sensibili della società, strettamente collegati alle previsioni dell’Agenda 2030, dietro la labile giustificazione del sostegno alla lotta per i diritti umani.
Rossitto ha scandagliato l’archivio delle fondazioni Open Society dai quali risultano come tra il 2016 ed il 2021 sono arrivati centinaia di contributi in Italia, unitamente alle donazioni personali di George Soros come quelle denunciate da Carlo Calenda e poi ammesse, forse perchè non potevano più nasconderlo, dai diretti interessati: “un milione e mezzo di euro a +Europa ponendo quale condizione imprescindibile che si facesse un listone antifascista”.
Ebbene, l’analisi pubblicata da Panorama dimostra, per coloro che avessero ancora dubbi, come i finanziamenti di Open Society non siano disinteressati, ma al contrario vincolati a precisi progetti.
Nel 2017 Open Society versa circa 300 mila dollari in due tranche ai Radiacali italiani, con il giustificativo di “promuovere una riforma globale delle legge italiana sull’immigrazione attraverso un’iniziativa dei cittadini, che mira a fornire sollievo agli immigrati e migliorare il loro benessere sociale generale”. Arrivano denari anche all’associazione di Luca Coscioni il cui tesoriere è Marco Cappato, in prima linea per il diritto all’eutanasia: nel 2016 e nel 2021.
Ad Emma Bonino ed alla sua “No peace without justice” tra il 2016 ed il 2018 arrivano quasi 400 mila dollari. La ONG della Bonino però è ultimamente balzata alle cronache perchè coinvolta nel Qatargate: avrebbe eseguito bonifici ripetuti sul conto di Silvia Panzeri, figlia di Antonio, il politico più coinvolto nello scandalo. Nel corso degli interrogatori dell’inchiesta, l’assistente di Panzeri, Francesco Giorgi, avrebbe dichiarato che “quelle ONG servivano per far girare soldi”.
Open Society risulta essere la finanziatrice anche del Comune di Milano gestito da Giuseppe Sala: nel 2020 ha donato un milione e 150 mila dollari per aiuti alla Cassa mutuo soccorso per il Covid-19.
Altre donazioni nel 2018 al Comune di Ventimiglia (83.500 dollari), importante perchè spesso coinvolto in questioni migratorie: soldi destinati secondo la causale dei bonifici in parte al parco pubblico ed in parte all’attività di monitoraggio delle frontiere.
Sempre nel 2018 l’Istituto Affari Internazionali, presieduto dall’ex commissario europeo Ferdinando Nelli Feroci, ha goduto di 230 mila dollari di donazione “per educare e favorire il dialogo con gli attori politici sui nuovo approcci all’immigrazione e all’asilo”. Interessante sapere che all’epoca la direttrice dell’Istituto era Nathalie Tocci, prezzemolina televisiva nonchè editorialista de La Stampa con posizioni nettamente pro Ucraina.
Nel 2016 Open Society finanzia con 125 mila dollari il Consiglio Italiano per i rifugiati, diretto da Roberto Zaccaria, ex presidente della RAI, mentre nel 2021 la Comunità di Sant’Egidio fondata da Andrea Riccardi, ex ministro del governo Monti, riceve 256 mila dollari per la “sponsorizzazione comunitaria dei rifugiati”.
Anche l’Arci, da anni impegnata nell’accoglienza dei cosiddetti profughi, riceve da Open Society circa 363 mila dollari, “per sostenere, sensibilizzare e chiedere conto alle istituzioni dell’UE e nazionali in relazione alle politiche e alle pratiche di esternalizzazione attuate nei paesi di origine e di transito della migrazione”, si legge nelle causali dei bonifici ricevuti.
Immancabile il tema LGBT+, che tramite l’Arcigay ottiene da Open Society un obolo di 150 mila dollari solo nel biennio 2017-2019. Gli stessi obiettivi dell’associazione sono condivisi da Cittadini del mondo che in pochi anni riceve 270 mila dollari. Quest’ultima organizzazione era balzata agli onori delle cronache nel 2020 quando, con il patrocinio del Comune di Roma, amministrazione Raggi, aveva organizzato un evento chiamato - sì, è davvero questo il nome, asterischi compresi - “Fiabe e racconti di inclusione e amicizia per bambin* e ragazz*” dove due drag queen avrebbero letto racconti gender ai bambini (l’incontro era stato poi annullato causa covid).
Oltre tutti questi finanziamenti, spiccano i quasi 1,6 milioni di dollari profusi alla Coalizione italiana libertà e diritti civili, per perorare la “riforma della legge che regola l’accesso alla cittadinanza per i cittadini stranieri” e, casualmente, concentrati in periodi pre-elettorali. Tra gli altri enti finanziati in periodo elettorale, l’Università di Urbino per un progetto sulla mappatura dei media italiani in vista delle elezioni del 2018, ed il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Perugia.
Ovviamente, non potevano mancare nell’elenco dei beneficiari di finanziamenti di Open Society coloro che da anni si fregiano di essere i detentori della verità assoluta dell’informazione, investiti di un potere incredibile sulla base di non si capisce bene che qualifica: i fact checkers. Se c’è qualcuno che ha simili interessi che li finanzia, possono davvero pensare di essere credibili quando si professano liberi ed indipendenti?
E così, tra i tanti, 220 mila dollari all’associazione Carta di Roma, che ha come obiettivo primario è l’informazione corretta sui temi dell’immigrazione. Si occupa degli stessi argomenti l’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, editore della rivista Diritto immigrazione e cittadinanza in collaborazione con Magistratura Democratica: hanno ricevuto 906 mila dollari.
Confesso che mi ha stupita, ma nell’elenco è presente anche Altroconsumo, l’associazione consumatori più influente in Italia: ha ricevuto solo negli ultimi anni oltre 400 mila dollari.
200 mila dollari sono finiti nelle casse della Fondazione Openpolis, serviti per “costituire una piattaforma che visualizzi i dati sull’attuazione del PNRR”, 155 mila dollari a The good lobby Italia per rendere più democratica, unita ed equa la società in cui viviamo, 415 mila dollari a Irpi, Investigative reporting project Italy, specializzata in giornalismo d’inchiesta, 80 mila dollari a Tele Radio City, una cooperativa editrice di sei testate che ha supportato Luca Casarini per l’accoglienza dei migranti, 356 mila dollari per il Comitato per il Centro Sociale ospitato a Caserta nell’ex Canapificio, al centro di un’inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere per 7,5 milioni di euro destinati all’accoglienza dei migranti.
E chissà quanti altri finanziamenti non sono elencati… e stiamo parlando solo dell’Italia.
Benedetto Della Vedova, segretario nazionale di +Europa, in una recente intervista al Corsera ha tenuto a precisare come “Soros non ci ha mai chiesto nulla… il suo è un contributo ideale. Ha deciso di spendere la parte finale della sua vita dando contributi a forze che combattono per le sue idee, dall’immigrazione all’antiproibizionismo, alla democrazia”.
Praticamente un santo.
Solo nel 2020 ha elargito finanziamenti per 1,4 miliardi di dollari: una vera testa di serie tra i “filantropi”, si gioca il primato mondiale con Bill Gates, e non servono ulteriori commenti.
Se si fa una classifica delle tematiche che più vengono finanziate da Open Society, troviamo le “pratiche democratiche” - interessante un articolo de Il Sole 24 ore del 2014 che descrive l’influenza di Soros in Ucraina, la democrazia … - la scuola, l’uguaglianza e la discriminazione, la giustizia ed equità economica, salute e diritti - si parla di salute nell’ospedale universitario brasiliano che si occupa di transizione di genere per i bambini a partire dai 4 anni finanziato da Soros? - movimenti per i diritti umani e istituzioni.
Ci sarebbe ancora molto da raccontare su George Soros, magari la prossima volta, stare troppo a contatto con la negatività non giova alla salute.
Viene da chiedersi, tornando al principio, quanti dei miliardi di lire e delle nostre riserve valutarie che ci sono costati nel 1992 abbiano permesso a Soros di arrivare oggi ad elargire denaro ovunque nel mondo, fingendosi filantropo mentre alla fine è sempre e solo uno dei peggiori speculatori che si siano mai visti.
Beh, l’avrà fatto certamente per il nostro bene. Perdonatemi se non me la sento di ringraziarlo.
Rossella sei un mito. Grazie!!!
Lupo vestito da agnello..